16 maggio 1983: la grande valanga del Vallecetta

Gli eventi del maggio 1983 sono particolarmente ricordati in alta Valtellina, precipitazioni intense e grandi accumuli nevosi in quota, un primo evento si verificò il 1° maggio, mentre il più catastrofico avvenne il 16. Mai si era osservato un evento di portata simile, l’ultimo risale al 1886 ma esistono pochi dati a riguardo.

La Valdisotto è una vallata molto particolare per le sue caratteristiche morfologiche, la storia purtroppo racconta tutta la delicatezza delle sue montagne, è il punto in cui la Valtellina ha un netto restringimento, con scoscese pareti che salgono rapidamente di quota, spesso solcate da molti canali.

La chiesa di S. Maria Maddalena a Valdisotto

Questo suo aspetto deriva in gran parte dal modellamento nel corso dei secoli da parte dei ghiacciai che, una volta ritirati, hanno lasciato anche molti circhi sospesi a quote superiori ai 2000 metri; questi sono dei potenziali bacini di accumulo di grandi quantità di neve che possono, in condizioni particolari, dare vita a valanghe di grandi dimensioni. Il Vallecetta con il suo vallone ne è l’esempio lampante, questa immane valanga è stata oggetto di studi negli anni a seguire.

Il percorso valanghivo del Vallecetta presenta una grande zona di distacco che va dalla croce a Bormio 3000, con tutte le dorsali che vi dipartono. Questo grande anfiteatro si restringe di netto a quota 2400 metri, dove trova un brusco cambio di pendenza che conduce nel canale di valanga che scende fino al fondovalle. Raramente si verificano condizioni tali da creare un unico distacco di tutto il versante del Vallecetta, ma spesso si verificano molti distacchi localizzati con la neve che raggiunge il canale del Rio Vallecetta e si spinge verso valle. Quel 16 Maggio una gigantesca quantità di neve stimata in 2 milioni di metri cubi partì da quota 3140 e si arrestò a 1144 metri coinvolgendo quasi tutto il versante.

L’infallibile stazione meteo a corda di Valdisotto

Raggiunto il fondovalle tra Cepina e Capitania diverse abitazioni furono distrutte o danneggiate, una persona perse la vita, così come la statale 38 venne invasa dai detriti e dalla neve. Oggi, sia da Bormio che da Bormio 2000 come da Oga, si vedono chiaramente i numerosi ponti da neve e paravalanghe costruiti sul Vallecetta, alcuni paravalanghe sono stati posizionati anche nella zona bassa del canale del Vallecetta, poco sopra l’attuale strada provinciale. Proprio per questi eventi valanghivi e dopo la Val Pola, si prese la decisione di far passare l’attuale statale 38 interamente in galleria, bypassando completamente il territorio di Valdisotto, per avere una strada sempre al riparo da qualsiasi minaccia.
Marco Trezzi

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